Non sono pochi gli slarghi che s�incontrano percorrendo le strade pi� lunghe di Badolato medievale, come via Dante Alighieri, via Adamo, via Vittorio Emanuele III ed anche il corso Umberto I�. Detti talvolta pomposamente �piazze�, rispondono tutti, a esigenze, ormai non pi� attuali, di aggregazione e soprattutto di particolari attivit� agricole che venivano spesso realizzate in paese, all�aperto.
Uno di questi slarghi, certamente tra i pi� ampi nel vecchio borgo, � �u chjanu de Brei�, a met� circa di via Adamo (Adamo Toraldo), che inizia da via Galleli e termina a un altro slargo, �u chjanu de carra�, in via Vittorio Emanuele III.
Altra volta, in un numero de �La Radice� di alcuni anni fa, abbiamo avuto modo di accennare al perch� �do chjanu de Brei�. Ne scriviamo ancora una volta oggi per dire che, secondo un�ipotesi qualche volta timidamente avanzata nel passato, potrebbe di fatto trattarsi di uno dei tanti quartieri abitati da Ebrei, altrove detti pi� classicamente judeche, di cui � disseminata un po� tutta la Calabria, l�Italia, l�Europa, in seguito alla diaspora e a continue successive emigrazioni. Ne tratta egregiamente un saggio di Vincenzo Villella, un professore di Nicastro, che si sofferma a trattare della lavorazione della manna e della seta, attivit� alle quali si dedicavano particolarmente gli Ebrei che arrivavano alle nostre contrade. Cos� a Bivongi, a Isca, a Catanzaro, a Nicastro. E la seta era veramente di casa a Badolato. E anche la manna, pare, a giudicare dai non pochi indizi che abbiamo. Solo ipotesi, ovviamente. In attesa di sperabili documenti.